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Il recinto

"Three Ases wndere out from Ida plain
Where the Gods met in council, with clear brows
And joyous voices, knowing then no weight
Of sin, or the world's wryness. All was gelam
Of sun and moon well-wrought, and gloden trees
With golden aplles inside golden walls.
They stepped into the middle-graden, made
For men not made, drowsed in the lap of Time."(P.239)

("Tra AEsir vagabondi abbandonarono la piana d'Ida
ove gli Dei si univano in concilio, con visi sereni
e voci gioiose, non conoscendo ancora il peso
del peccato, o la falsità del mondo. Tutto era luce
di sole e luna levigati, e alberi dorati
con mele d'oro tra dorate mura
Entrarono nel giardino di mezzo, creato
per uomini concreti, assopito nel grembo del Tempo". (Poss.246)

     I parchi dove si reca Ash, sebbene suggeriscano la vastità e infinità della natura, non sono sconfinati, ma ricalcando il topos del locus amoenus, si presentano come luoghi delimitati e protetti. I recinti che li circondano creano spazi intimi nei quali il poeta, pur consapevole della loro finitezza, percepisce la risonanza, la comunione e la continuità' con l'intero cosmo. La natura di queste recinzioni è varia e articolata: si possono infatti trovare recinti in mura - nel giardino di Freia- o recinti creati dalle stesse fronde degli alberi, o addirittura dense foreste che proteggono un ristretto tunnel che le attraversa.

     "Il Giardino di Proserpina", luogo emblematico di tutti i parchi e giardini del libro, è un esempio di come recinzioni di tipo diverso si combinino nello stesso paesaggio. Il titolo stesso della poesia che lo descrive - il "Giardino di Proserpina"- già lo caratterizaza come luogo curato e adattato all'uomo: vi si ritrovano infatti un'albero, una donna protetta dai suoi rami, un serpente, i "frutti d'oro"; poco oltre però,  il paesaggio raccolto e protettivo si fa più selvaggio:

"The forest wove a fence of its dark boughs
For the green grass and made a sacred place
Where the gold globes of fruit, like minor suns
Shone in their shadowy caverns made of leaves."(P 463)

("Co' suoi rami oscuri la foresta intrecciò un recinto
per l'erba verde e creò un luogo sacro
ove le dorate sfere di frutta, quali soli minori
splendevano nelle ombrose caverne di fogliame.") (Poss. 463)

     Qui il "giardino" assume un aspetto meno curato mentre è l'irruenza delle foglie e dei rami a costruire una barriera protettiva dall'esterno; si ritrovano così due tipologie diverse: quella del luogo addomesticato dall'uomo e quella del bosco selvaggio. Analoga compresenza all'interno dello stesso paesaggio viene sottolineata dall'accenno al giardino murato di Freya dove affondano le radici del Frassino del Mondo:

"Hidden from demons of the frost and mist
Freya's walled garden, with its orchard green
With summery frothing leaves and bright with fruit
Lay where the Ases came (...)" (P. 463)

Nascosto ai demoni del gelo e della bruma
Il giardino (recintato) di Freia, col suo verde fruttetto,
Ove fronde estive stormiscono e splendon frutti
Si stendeva là dove gli AEsir veniveno(...)" (Poss. 462)

     Analogamente ad altri luoghi descritti da Ash nei quali l'eterno flusso della vita- rappresentato dall'acqua  (cascata) o dall'albero (albero, frassino) - permette una sintesi tra aspetti contrastanti del paesaggio, anche in questa poesia  si combinano caratteristiche opposte. Il poeta Ash risulta così la figura che meglio rappresenta la capacità di accettare l'essenziale drammaticità e contraddittorietà della natura ma allo stesso tempo di coglierne la sintesi..

     Inoltre l'inserimento della descrizione di un giardino  (il giardino di Freya) all'interno della descrizione di un giardino (il giardino di Proserpina) mostra come il processo di moltiplicazione di barriere protettive presente nelle abitazioni (la casa di Sabine) e nelle biblioteche (Ash Factory, la "caverna" dove si trova Beatrice), si ripresenti anche nei giardini ma assuma qui un valore completamente diverso: mentre nelle " gabbie d'oro" la ripetizione di strutture concentriche e difensive sottolinea la volontà dei personaggi che vi abitano di isolarsi e proteggersi dal mondo; nei giardini il moltiplicarsi di luoghi quieti e raccolti, evidenzia la natura intima e quasi materna di questi spazi dove l'uomo, invece di isolarsi in una solitudine claustrofobica, si sente in pacifica comunione con l'umanità intera.

Il recinto e la libertà dell'immaginazione

     I recinti assumono un valore positivo non solo perché creano un paesaggio circoscritto e raccolto, ma anche perché costituiscono un limite, un proibizione che incuriosice e stimola piuttosto che opprimere chi passa per questi luoghi. Durante la passeggiata nel parco di Richmond in prossimità della casa di Christabel, Ash infatti spiega come gli spazi recintati e proibiti lo affscinino:

"My dear friend,
(...) I was invited to take exercise with friends in the Park, and felt a vague unease as thouh its woody plantations nd green spaces were girdled with an unspoken spell of prohibition - s your Cottage is - as Shalott was to the Klights (...). Now,on the level of tales, you know, all prohibitions are made only to be broken (...) It may be even that I might not have come to ride in the park if it had not had the definitve glitter and glamour of the enclosed and barred." (P. 181) 

("Mi cara amica,
(...) Ero stato invitato a una galoppata nel parco(...) e sentivo un disagio, come se i boschetti e gli spiazzi erbosi fossero circondati da un'inspiegata proibizione - come il vostroVillino - com'era Shalott per i cavalieri (...) Ora per quanto riguara le fiabe, voi lo sapete tutte le proibizioni sono fatte per essere trasgredite (...) può anche darsi che avrei rinunciato ad andare  a cavallo nel parco e non avessi colto nitidamente il fascino ammiccante di ciò che è recintato e chiuso.") (Poss.184)

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