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A. Mele d'oro

L'espressione di Randoplh Henry Ash "mele d'oro" rappresenta metaforicamente in tutto il romanzo la parola poetica, la capacità di ogni singolo uomo di cogliere e rappresentare creativamente la realtà attraverso le parole. Questa immagine, oltre a illustrare l'atteggiamento nei confronti del linguaggio del poeta che la ha coniata, ritorna infatti alla conclusione della vicenda ad indicare anche l'apertura alla poesia del personagio di Roland.. In Possession, le mele d'oro sono quindi il simbolo attraverso il quale A.S.Byatt, più che rappresentare uno specifico rapporto con il linguaggio (nel caso nostro quello di Ash o quello di Roland), indica la capacità particolare e diversa per ogni singolo individuo di rapportarsi in modo creativo alla realtà e alle parole.

Malgrado la trasversalità di quest'immagine, le mele d'oro ricorrono però per gran parte del romanzo esclusivamente nelle poesie o nelle lettere di Ash, della cui arte diventano un'illustrazione. Per Randoph Henry Ash le mele d'oro rappresentano la possibilità di armonizzare e conciliare attraverso la parola poetica l'uomo e la natura, il linguaggio e la realtà. Grazie all'arte Ash ha l'impressione di poter ricomporre le opposizioni tra presente e passato, tra morte e vita, tra finzione e realtà: la descrizione che delle mele d'oro viene fatta nella poesia Ragnarok illustra chiaramente quest'atteggimaneto sintetico e concliante che caratterizza il personaggio del poeta vittoriano:

"(...) The garden's fruits
Would render life to life. This lovely world
Would be both known and loved, and so would live
An endless life in theirs, and they should hear
And speak its beauties (...)." (P 240)

(" (...) I frutti del giardino
renderebbero vita alla vita. Questo amabile mondo
sarebbe conosciuto e amato, e vivrebbe così
vita infinita in loro, ed essi potrebbero udirne
e pronunciarne la bellezza (...)" (Poss 247)

Altrove Ash parla ancora più esplicitamente della capacità della propria arte di creare un mondo senza tempo nel quale le sue parole siano il tramite per riportare in vita i personaggi di ogni epoca e luogo. Così infatti scrive in una lettera a Christabel a proposito dei suoi monologhi drammatici:

"I have in my head a kind of project of a long poem on insect life of my own (...) a dramatised monologue such as those I have already written on Mesmer or Alexander Selkirk (...). I find I am at ease with other imagined minds - bringing to life, restoring in some sense to vitality, the whole vanished men of other times (...).It seems important that these other lives of mine should span many centuries and as many places as my limited imagination can touch." (P 158)

("Ho in mente (...) una sorta di progetto di un lungo poema sulla vita degli insetti (...) un monologo drammatico come quelli che ho già scritto su Mesmer o Alexander Selkirk (...). Mi sento a mio agio in compagnia di altre menti immaginarie, nel dar via nella loro interezza, in un certo senso restituendo vitalità a uomini d'altri tempi (....). Mi sembra importante che quese mie altre vite raggiungano tanti secoli e luoghi quanti la mia limitata immaginazione può toccare.") (Poss 159)

In una letterea a Mrs Cropper (la bisnonna di Mortimer ) Ash ribadisce la stessa convinzione di poter, attraverso le parole, oltrepassare la morte e dar vita nel mondo immaginario della poesia a personaggi del passato:

"The Historian and the Man of Science alike may be said to traffic with the dead (...). The living ears of MM Michelet and Renan, of Mr Crlyle and the Brother Grimm, have heard the bloodless cries of the vanished nd given them voices. I myself, with the aid of the imagination, have worked a litlle in that line, have ventriloquised, haveeeeee lent my voice to, and mixt my life with, those past voices and lives whose resuscitation in our own lives as warning, as examples, as the life of the past persisting in us, is the buiness of every thinking man and woman." (P 104)

("Si può dire che sia lo Storico sia l'Uomo di Scienza tengano alla pari commercio con i morti (...). Le orecchie vive delle signore Michelet e Renan, di Mr Carlyle e dei fratelli Grimm hanno sentito le grida esangui degli scomparsi ed hanno dato loro voce. Io stesso, con l'aiuto dell'immaginazione, ho operato un poco in tale direzione, ho ventriloquizzato, ho prestato la mia voce a quelle voci, e mescolato la mia vita con quelle vite del passato, la cui rinascita nelle nostre stesse esistenze in quanto moniti, esempi, vita del passato che in noi persiste, è compito di ogni uomo e donna pensante.") (Poss 105)

Ash non nega semplicemente quindi l'esistenza di una realtà lonatana e diversa dall a propria, ma cerca di annullarne l'estraneità dandole attraverso la propria parola poetica un nuova vita immaginaria. Grazie alle mele d'oro, Ash sembra quindi voler sintetizzare e ricomporre ogni contrasto reinscirvendoli in una realtà universale ed eterna, "dando" loro attraverso l'immaginazione una nuova "forma", così infatti scrive ancora a Christabel:

"What will you be thinking of me now? I told you - I cannot think of anything without imagining it, without giving it shape in my mind's eye and ear." (P 177)

("Che cosa penserete di me, ora? Vi ho detto - non c'è cosa al mondo cui io possa pensare senza immaginarla, senza darle forma con l'occhio e l'orecchio della mente.") (Poss 180)  

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