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I paesaggi sessuali di Leonora Stern

      Leonora Stern è il personagio che rappresenta nel modo più esplicito e persino parodistico l'atteggiamento "viscoso" e la sua pervasività. Per rendere tale trasversalità e potere A.S.Byatt adotta ancora una volta l'artificio della citazione - falsa naturalmente - proponendo ai lettori una parte di un saggio che Leonora dedica ai paesaggi e alle immagini della femminilità nella poesia di LaMotte. Grazie a questa citazione Byatt presenta contemporanemente la portata linguistica, sessuale e simbolica della viscosità, e condensa in poche pagine alcuni aspetti fondamentali che caratterizzano i personaggi degli studiosi: la "viscosità del tema", la ripetizione, l'attenzione e il valore universale attribuito ai dettagli.

La viscosità del tema

"And what surfaces of the earth do we women choose to celebrate, who have appeared typically in phallocentric texts as a penetrable hole, inviting or abhorrent, surrounded by, fringed with - something? Women writers and painters are seen to have created heir own significantly evasive landscapes, with features which deceive or delude the penetrating gaze (...) ( e oltre) "Such pleasure in the shapeless yet patterned succession of water, in the formless yet formed sequence of waves on the shore, is essentially present in the art of Virginia Woolf and the form of her sentences, her utterance, themselves." (P.244)

"E quali superfici terrestri scegliamo di celebrare noi donne, che nei testi fallocentrici appariamo costantemente come aperture penetrabili, invitanti o repulsive, circondate, orlate da... qualcosa? Scrittrici e pittrici sembrano aver cercato paesaggi di significativa evasività, con caratteristiche che ingannano  o eludono la penetrazione dello sguardo, paesaggi tattili che non privilegiano l'occhio dominante" ... (e oltre)"tale piacere per l'informe e tuttavia regolare succedersi delle acque, per la sequenza amorfa e tuttavia ordinata delle onde sulla riva, è la quintessenza dell'arte di Virginia Woolf, nella forma stessa delle sue frasi, nella struttura del suo discorso..."

Già in queste poche righe con le quali si apre il brano di Leonora si ritrova quel ritorno ossessivo di immagini isomorfe che caratterizzano l'atteggiamento "viscoso". Per Leonora più che per ogni altro personaggio del romanzo, la sessualità rappresenta il tema chiave, l'unico filtro interpretativo attraverso il quale percepisce la realtà che la circonda.

La ripetizione

     Leonora prosegue quindi fornendo prove ulteriori alla sua tesi tratte indifferentemente dalla letteratura inglese ottocentesca, dalla letteratura contemporanea, da saggi femministi, da Christabel LaMotte. Leonora ripete la propria interpretazione avvicinando indistintamente opere di tutti i tempi, creando una prosa che disorienta il lettore nella sua monotonia, confondendo i contenuti con i contenenti, l'interno con l'esterno, la donna con la terra come appare nella frase che segue:

"Such external percepts, embodying inner visions, are George Eliot's Red Deeps, George Sand's winding occluded paths in Berry, Willa Cather's canons, female visioned female-enjoyed contours of Mother Earth."(P.244)

"I tortuosi sentieri ostruiti del Berry di George Sand, i canyon di Willa Cather, sono percezioni esterne di tal fatta, incarnazioni di visioni interne,  lineamenti di Madre Terra immaginati e goduti al femminile..."

Le immagini dell'intimità

     Questa confusione tra immagini interne ed esterne, tra contenenti e contenuti avviene alla luce di quel filtro interpretativo che riconduce l'intera realtà ad una proiezione della mente, ad un'immagine conosciuta e rassicurante. I tratti distintivi di ogni particolare evento, persona o opera letteraria vengono offuscati da un'azione inrrestabile di interpretazione, di riconduzione ad immagini note ed intime. Gilbert Durand a questo proposito scrive:

" ...la ripetizione ...può farci comprendere la confusione rilevata... tra il contenente e il contenuto, tra il senso attivo e il senso passivo dei verbi e degli esseri. Soggiacente in effetti alla forma attiva o passiva, cioè all'attribuzione distinta a questo o a quel soggetto di una qualsiaisi azione, persiste più profondamente l'immagine gratuita dell'azione pura stessa. La perennità sostanziale dell'azione stessa fa trascurare le qualificazioni sosantive o aggettive. La struttura ripetitiva dà forma a tutto il gioco nel quale contenenti  e contenuti si confondono in una sorta di integrazione all'infinito del senso verbale dell'incastro. Materialmente il commovente attaccamento alla patria materna, alla dimora ed al luogo, si traduce con la frequenza delle immagini della terra, della profondità e della casa." (Durand, p.271)

Le immagini dell'intimità di cui pullula l'intero romanzo assumono poi nel saggio di Leonora una connotazione più esplicitamente sessuale che sottolinea la particolarità di questo personaggio: le grotte, le fontane, le case che si ritrovano in tutto Possession acquistano qui un valore dichiaratamente sessuale, Leonora infatti scrive:

"Cixous has remarked that many women experience visions of caves and fountains during the orgasmic pleasures of auto-eroticism (...) Women have noted that literary heroine commonly find their most intensive pleasures alone in these secretive landscapes, hidden from view (...) I can only marvel at the instinctive delicacy and sensitivity of  those female companions of Charlotte Bronte who turned aside when she first came face to face with the power of the sea at Filey, and waited peacefully until, her body trembling, her face flushed, her eyes wet, she was able to rejoin her companions." (p.244)

"Cixous ha rilevato che molte donne sperimentano visioni di grotte o fonti durante i piaceri orgasmici dell'autoerotismo...Le donne si sono accorte che le eroine letterarie provano normalmente i piaceri più intensi quando sono sole in questi paesaggi appartati, nascosti alla vista... Non posso che mervigliarmi di fronte alla delicatezza e sensibilià istintiva delle compagne di Charlotte Bronte che la lasciarono sola quando a Filey si trovò per la prima volta faccia a faccia con la potenza del mare, e rimasero tranquille ad aspettare finché, il corpo tremante, il volto arrossato, gli occhi umidi, lei fu in grado di raggiungere le compagne..."

Il realismo sensoriale e la mancanza di astrazione

     Leonora è come gli altri studiosi molto attenta alle percezioni sensoriali che descrive con minuzia:

"The fountain does not 'spring' but 'bubbles and seeps' up into the 'still and secret' pool, with its 'low mossy stone' surrounded by 'peaks and freshening' of 'running and closing' waters." (P.245)

"La fontana non 'sgorga' ma 'gorgoglia e trasuda' nella pozza 'immobile e segreta', con la sua 'bassa pietra muschiosa' circondata da "increspature e rivoli" di acque 'che scorrono e giungono alla meta'."

      L'accuratezza delle osservazioni però anziché permettere una visione più distaccata e attenta ai diversi aspetti della realtà, si riduce ad una esasperata ricerca di prove  che confermino la tesi iniziale. La viscosità delle interpretazioni paradossalmente si oppone ad una vera astrazione: i dettagli che Leonora ci fornisce sembrano non poter essere interpretati in altro modo da quello che lei ci suggerisce, come se non avvenisse una vera simbolizzazione ma rimanessero percezioni concrete ed inequivocabili. Durand parla di "mancanza di sintesi astratta" e sottolinea questo dominio delle percezioni sensoriali e concrete con le seguenti parole:" Il sensoriale vive... nel concreto, nell'iperconcreto stesso, non arriva a distaccarsene..." (Durand 274)

Dettagli universali

     Non sorprende quindi che i dettagli di cui sono ricchi i testi di questi studiosi assumano un valore universale: nel saggio in questione Leonora per esempio attribuisce alle immagini di fontane gorgoglianti, di rivoli e pozze il significato globale di simboli del linguaggio femminile. Queste sono le sue parole:

"The fountain does not spring but 'bubbles and and seeps' (...)This may all be read as a symbol of female language, which is partly suppressed, partly self-communing, dumb before the intrusive male and not able to speak out. The male fountain spurts and springs. (...) Melusine's fountain has a female wetness, trickling out from its pool rather than rising confidently, thus mirroring those female secretions which are not inscribed in our daily use of language (langue, tongue) - the sputum, mucus, milk and bodily fluids of women who are silent for dryness." (P.245)

"La fontana non "sgorga"ma "gorgoglia"...Tutto ciò può essere letto come un simbolo del linguaggio femminle, che è in parte soffocato, in parte raccolto su se stesso, muto di fronte all'intrusione maschile e incapace di esprimersi...La fontana di Melusina ha un'umidezza femminile, gocciola dalla sua pozza piuttosto che zampillare...rispecchiando così quelle secrezioni femminili che non sono inscritte nel nostro uso quotidiano del linguaggio (langue, lingua): saliva, muco, latte e fluidi corporei delle donne che causticamente tacciono." 

L'importanza assunta dai dettagli in questa "struttura dell'immaginario" viene sottolineata da Durand che commenta :"Questa struttura rappresentativa e percettiva... integra in un elemento percettivo o rappresentativo ristretto, tutta una semasiologia più vasta, e completa la cosmizzazione inerente alla viscosità della rappresentazione attraverso una vera e propria "microcosmizzazione". E' il dettaglio che diventa rappresentativo dell'insieme" (Durand, 276)

Il valore esemplificativo del saggio di Leonora

    Da questa breve analisi si è potuto riscontrare come nel personaggio di Leonora A.S.Byatt concentri ed esasperi  alcuni caratteri tipici comuni a molti altri personaggi del romanzo.La monotonia dell'interpretazione, l'attenzione esasperata per i particolari,  l'accuratezza, l'incapacità di astrazione che Leonora rappresenta così efficacemente caratterizzano infatti, sotto forme anche meno esplicite, la tipologia di studiosi di cui A.S.Byatt fa il proprio bersaglio in Possession.

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