Ieri "El pais" titolava in prima pagina "Los Berlusconi si tiran los platos
en publico": bel titolo, fra quelli riportati dal Corriere di oggi, molto più
divertente di tanti altri che ieri hanno occupato le pagine della stampa internazionale.
Il gossip (o meglio, i pettegolezzi) non mi appassionano
per una mia carenza genetica e anche questo non fa eccezione, tuttavia devo
riconoscere che mi ha sorpreso sia per la vicenda in sé, sia per l'eco
straordinaria che ha risvegliato in mezzo mondo, forse battuto solo dalle disavventure
erotico-processuali che afflissero Bill Clinton, personaggio molto più simpatico
ed apprezzabile, ai miei occhi, del nostro "padrone di televisioni".
Non so come la vicenda debba essere interpretata o giudicata;
fortunatamente stuoli di dietrologi professionisti stanno sforzandosi di farlo
con il massimo zelo. Per tutti loro è un'occasione ghiotta per esibire
tutto il loro repertorio e sarebbe giusto che mandassero un bel mazzo di fiori
per esprimere la loro gratitudine alla signora Lario che li ha riportati sotto
i riflettori, dopo che le vicende di infanticidi o altre efferatezze stavano
perdendo appeal.
A
commento di queste righe ho scelto una mia foto di un autentico grande del
passato: il Faraone Ramses II che volle effigiata (in piccolo) la moglie
amatissima Nefertari nel grande tempio di Abu Simbel, accanto ad altre figurette
di principi e principesse.
Nella
foto, il faraone Ramses II appare seduto, con barba
rituale e corona.
Piu’ piccole le statue della
regina Nefertari, principi e principesse.
(Grande tempio di Abu Simbel, Egitto)
Pubblicato da Alessandro C. Candeli (@lec) ven 02 febbraio 2007
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"Hac re videre nostra mala
non possumus; // alii simul delinquunt, censores
sumus." (*)
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