di Alessandro C. Candeli - I. R.R. E. Emilia -Romagna
Da qualche anno, sempre più scuole si sono dotate di laboratori informatici bene attrezzati e, meno spesso, ben gestiti. Pochi insegnanti e pochissimi assistenti hanno contribuito a mantenerli vivi e attivi e sono in grado di coinvolgere nell'attività di lahoratorio anche le loro classi. L'ampia produzione di buoni ipertesti, ad esempio, resta a testimoniare un buon uso delle attrezzature e ha veramente introdotto cambiamenti significativi nell'esperienza scolastica di docenti e studenti. Il fenomeno è lodevole e merita il più ampio riconoscimento e deve ampliarsi, tuttavia è innegabile che la gran parte dei docenti è rimasta pressoché estranea a questi cambiamenti e non sarà certo il solo potenziamento dei laboratori o la loro moltiplicazione a scuoterli da questa estraneità. Uscire dalla propria aula e portare gli studenti nel laboratorio d'infonnatica è un'esperienza che molti docenti considerano come estranea ai loro doveri e percepiscono con un certo timore anche se riconoscono che l'uso dei computer potrebbe introdurre elementi didatticamente interessanti e positivi.
Che cosa fare, allora, per coinvolgere la grande maggioranza dei refrattari? Certamente non bastano circolari esortative, né altri "corsi di alfabetizzazione informatica" né l'apertura di un secondo o di un terzo laboratorio informatico. Se si vuole sperare di passare da un coinvolgimento attivo di un docente su mille a quello di uno su cento e, gradualmente, ad un numero sempre maggiore, è necessario muoversi in una direzione nuova.
Bisogna integrare maggiormente il computer nella normale attività quotidiana che si svolge pur sempre nelle normali aule con una normale classe: gli scolari seduti nei loro abituali banchi e l'insegnante dietro la sua cattedra. E' necessario che il contesto abituale e rassicurante resti il più possibile immutato. Negli ultimi tempi ci sono stati anche troppi cambiamenti percepiti come discutibili se non dannosi e gli ottimisti pensano che il peggio debba ancora arrivare.
Il computer deve entrare in aula in punta di piedi e farsi notare il meno possibile. Deve integrarsi con i libri di testo e rendersi utile come una superlavagna che il docente usa quando ne ha bisogno per rendere più efficace la lezione. Soltanto quando queste condizioni saranno rispettate, anche i docenti più timorosi e refrattari potranno prenderlo in considerazione senza ostilità o apprensione, sempreché si riveli realmente utile ed efficace. Che cosa occorre predisporre per consentire l'ingresso discreto in aula dell'Intruso?
Ecco un elenco essenziale di risorse, disposte in ordine crescente per importanza:
uno o più carrelli su ruote che contengano:
un numero di assistenti, proporzionato alle dimensioni della scuola, in grado di
- mantenere in efficienza la rete e i carrelli
- trasportare i carrelli nelle aule e attivarli al momento del bisogno
- aiutare i docenti a superare le difficoltà tecniche.
L'insegnante che disponesse delle risorse elencate sopra potrebbe decidere d'integrare, di quando in quando e senza spostarsi dall'aula abituale, le proprie lezioni anche con l'uso di materiale multimediale registrato su nastro video o depositato sul server proxy della rete LAN della scuola (vedi progetto SCUOLAN). Potrebbe trattarsi di una simulazione di esperienze in ambito scientifico, della ricostruzione virtuale di un ambiente o di un evento storico o anche della più semplice collezione di pagine WEB raccolte e selezionate per illustrare con più efficacia e ricchezza di documentazione un argomento presentato in modo stringato sui testi in USO.
Ormai il materiale presente nelle pagine WEB d'INTERNET è ricco, molto vario, spesso di buona qualità ed in continua rapida espansione, tuttavia, per essere utilizzato al meglio durante una lezione in classe dovrebbe essere selezionato e ordinato prima di tenere la lezione. Si tratta, insomma, di "preparare la lezione" come, dei resto, si fa abitualmente per le tradizionali lezioni fondate sull'uso di testi. C'è, tuttavia, un vantaggio considerevole nel preparare e depositare sul server della scuola il materiale di una lezione multimediale: può essere usato più volte nel corso dei tempo, così com'è o con aggiornamenti, e può essere utilizzato da più docenti che lo integreranno con la propria voce e con riferimenti ai testi in uso e all'attività già svolta in classe.
La preparazione sul computer di una lezione può essere utilmente opera di un piccolo gruppo di docenti, volendo, e può andare ad arricchire un piccolo patrimonio di risorse educative condivise, senza peraltro impedire a ciascun insegnante di servirsene in modo personale, secondo le diverse necessità didattiche che le diverse classi impongono.La fatica ed il tempo dedicato alla preparazione di una lezione multimediale appaiono ampiamente proporzionati ai vantaggi che se ne ricavano in termini di efficacia didattica e capacità di coinvolgimento degli studenti. Per questa ragione i dirigenti scolastici dovrebbero avere la lungimiranza di favorire in ogni modo l'attività dei docenti disposti ad intraprendere questo percorso
- cabiando la scuola alla prima occasione di restauro dell'edificio o di disponibilità di fondi ed
- esentando i docenti coinvolti in questo tipo di attività da altri carichi e compiti meno importanti.
Chi pensasse di risolvere il problema con l'attribuzione ad alcuni docenti "più disponibili" del compito di preparare lezioni multimediali con l'uso della rete sbaglierebbe. Appioppare un carico aggiuntivo ai soliti noti mancherebbe l'obiettivo principale che non è quello di disporre di una piccola biblioteca di lezioni multimediali ad uso di pochi, ma di favorire l'ingresso graduale del computer in aula e di farlo convivere con la grandissima parte di quei docenti che, fino ad ora, lo hanno rifiutato.
Cablate fratres, verrebbe da dire, senonchè ormai cominciano a diffondersi reti, affidabili e non troppo costose, che si servono di onde radio anziché del vecchio cavo di rame per smistare le informazioni fra le varie postazioni della rete. Si tratta appunto di "reti senza fili" o, come si dice, WIRELESS.
Commenti? Scrivi ad Alessandro. C. Candeli