L'ironia è uno dei molti aspetti presenti sia nel film che nel romanzo.
Trattandosi però di due livelli comunicativi diversi, quello letterario
e quello filmico, i mezzi per ottenere l'ironia differiscono. Per esempio
uno sguardo ironico può essere facilmente reso in un film attraverso
lo sguardo, la mimica, il gesto di un attore o un particolare accompagnamento
musicale).
Molti sono i personaggi e gli episodi caratterizzati da una forte ironia:
Per i personaggi
Don Calogero Sedara |
Padre Pirrone |
Per gli episodi
l'arrivo a Donnafugata |
|
il ballo a palazzo Ponteleone |
Don Calogero Sedara
Possiamo dire che il personaggio di Don Calogero Sedara sia attante di molte
situazioni ironiche.
La goffa entrata di Don Calogero a casa Salina è sottolineata da una
vivace musica e il suo grossolano frack è motivo di ironia per gli
invitati a cena.
Il suo comportamento reverenziale nei confronti del principe è esasperato
e inopportuno considerando la sua appartenenza ad un ceto sociale, la borghesia,
in crescente ascesa ai danni della nobiltà. Questo suo atteggiamento
è evidente al momento della votazione; Sedara dopo aver democraticamente
annunciato: "....il primo che arriva vota per primo, perchè qui
non si fanno.." (la frase fa intuire che la parola di chiusura sia
preferenze) viene interrotto dall'arrivo di Don Fabrizio. Non curante
delle sue ultime parole, Don Calogero cerimonioso invita il principe a votare
prima degli altri.
Di tutta risposta a questo atto preferenziale nei suoi confronti Don Fabrizio,
rivolto a padre Pirrone, definisce il sindaco con l'ironico appellativo di:
" il Cavour di Donnafugata."
Molto divertente è la dichiarazione di Don Calogero di una presunta
nobiltà della famiglia Sedara: ha tutto documentato, Angelica è
la baronessina Sedara del Biscotto. Intuibile è la reazione di Don
Fabrizio e di Padre Pirrone, i due fuggono trattenendo a stento le risate,
lasciando il povero Sedara solo mentre l'eco delle sue parole rimbomba ancora
fra le mura dell'alta stanza.
In occasione del ballo a palazzo Ponteleone è invitato anche Sedara, in qualità di futuro suocero di Tancredi. In questo caso il sindaco appare goffo e impacciato, borghese tra i nobili: è un bambino nel paese dei balocchi, abbagliato dallo splendore degli ori del palazzo. L'ironia è concentrata tutta nel suo sguardo estatico di fronte a tanta ricchezza, nel suo sforzo di sembrare all'altezza della situazione; però Sedara, non avezzo alla vita sociale dei nobili, si addormenta su una poltrona, bacia tre volte la mano della padrona di casa anche se il galateo impone solo un accenno al baciamano.
L'apice dell'ironia applicata a temi politici è raggiunta nella proclamazione dell'annessione di Donnafugata al Pieminte; protagonista anche qui è Sedara. Il momento solenne è interrotto dall'inopportuna banda; il povero Sedara è anche ostacolato dal continuo spegnersi delle candele che impedisce la lettura degli esiti, per altro, come si saprà, falsati. La scena assume una dimensione quasi grottesca e vanifica tutta la baldanza retorica di Sedara, mentre svela lo scetticismo del narratore nei confronti degli eventi e della credibilità dei loro artefici. Nell'episodio in cui Pallavicino racconta con compiaciuta baldanza l'episodio dell'Aspromonte o l'incontro con Garibaldi, sembra che l'autore estenda il suo scetticismo anche al racconto che i protagonisti fanno degli eventi.
Nella lunga seguenza dell'arrivo a Donnafugata, il fotogramma in cui la banda del piccolo paese si appresta a salutare l'arrivo della famiglia Salina concentra in sé tutta la sua ironia nella contrapposizione tra l'esplicita forma di reverenza nei riguardi della nobiltà, anche se in declino, e l'evidente scritta " VIVA GARIBALDO" alle spalle dei suonatori. La stessa musica è elemento ironico. La sua cadenza, ritmata e vivace secondo i modi popolari della banda, tramuta la sfilata solenne dei componenti della famiglia Salina in una specie di "parata da circo". Il tutto è accentuato dalla condizione fisica di questi che impolverati dalla testa ai piedi e provati dal viaggio, sono costretti al cliché della festa d'arrivo.
Padre Pirrone
Altro personaggio che concentra in sé
una forte dose di ironia è Padre Pirrone. Doveroso è però
distinguere l'ironia che caratterizza Sedara da quella di quest'ultimo; in
Don Calogero l'ironia è intrinseca nel personaggio, mentre per il
gesuita ironico è il rapporto che si è instaurato tra lui e
il principe. Non egualitaria è però la relazione tra questi
due: Don Fabrizio è sempre attante delle situazioni ironiche, mentre
Padre Pirrone subisce e accetta borbottando, consapevole della sua
subordinazione. Sono ricorrenti nel film situazioni di questo tipo. Nel viaggio
in carrozza per andare a Palermo, nell'ambito di una discussione sulla condizione
politica attuale, Don Fabrizio afferma che il mondo senza gesuiti sarebbe
migliore. Di risposta il prete abbassa lo sguardo. Non dissimile situazione
è quella che si viene a creare nel bagno del palazzo di Donnafugata:
Padre Pirrone entra sorprendendo il principe nudo mentre esce dalla vasca
da bagno; all'imbarazzo del prete, il principe ribatte dicendo: ".....
siete abituato alla nudità degli animi, quella dei corpi è
molto più innocente!!".
Quindi non è ironico il comportamento di Padre Pirrone, ma il suo
modo di sottrarsi ai modi imperiosi e alle pungenti battute di Don Fabrizio.
Infatti nella scena della locanda in cui il gesuita parla dell'universo dei
nobili, non in presenza del principe quindi non in soggezione, manca
di ogni accento ironico.